Ti è mai capitato di sentirti soggiogato da un gioco sullo smartphone? “Questa è l’ultima partita, poi smetto”. Poi l’ultima diventa la penultima, poi è notte fonda e non hai ancora smesso.

I giochi disponibili nel Playstore sono tanti ma di tutti solo uno ti prende, non sei tu a scegliere è lui che sceglie te.

La scusa è distrarsi un attimo dai problemi, rilassarsi, che male c’è? Già, che male c’è. Non ci sarebbe male se il gioco non avesse la meglio sulla tua capacità di scelta.

Cominci con una partita prima di dormire, per scoprire, sorpreso, che non vedi l’ora di rimanere solo anche durante il giorno per poter tornare lì, alla tua solitudine; anche al lavoro o quando la tua famiglia, i tuoi affetti si muovono intorno a te; quando devi uscire a fare la spesa o riprendere i figli da qualche parte … ancora una, ancora una, ancora una …

Ti allontani dal mondo, che percepisci come un fastidio e che ti richiede una presenza che non vuoi concedere. Lì, nel tuo gioco, ti misuri solo con te stesso senza pericoli reali: vinci, perdi, migliori, superi barriere, ostacoli, livelli ma non ci sono conseguenze. Ancora una poi vado, faccio …

Perdi il contatto con la realtà, ti isoli … e piano piano diventi triste, scontento di te stesso e di tutto il resto.

Ho visto un consulente aziendale tirare fuori lo smartphone davanti al suo cliente per nutrire un cagnolino, la vicina di casa che è diventata una barbona per sua stessa ammissione a causa di un gioco di carte sul pc, un’amica assente da Tetris, ragazzini che si nutrono di Candy Crash, Angry Birds, bambini che vengono imboccati mentre giocano e ho visto me stessa, vittima di un solitario.

Quanto più giochi, tanto più vai sotto e provi vergogna. Più ti vergogni, più provi fastidio per chi senti che ti guarda e ti giudica. E’ forse esagerato parlare di anticamera della depressione? Tutto per un’attività che viene spacciata come un gioco e che di gioco finisce per non averne le caratteristiche?

Non è un gioco, è il sonno della ragione! E’ alienazione, dissociazione.

Ma quale energia ci vuole per smettere? Magari pensare di essere vittime di una dipendenza, arrabbiarsi per questo, non accettarlo. Tornare a vivere con gli altri, nel mondo reale. Cancellare la App e aspettare che passi la sbornia.