Mamma cerchi aiuto?
Diventa amica di tuo figlio, non una nemica

“Noi bambini siamo molto orgogliosi: se un altro bambino è intelligente, noi siamo intelligentissimi, se un bambino è bello, noi siamo bellissimi! E’ per questo che odiamo essere ripresi, soprattutto se un genitore o un maestro lo fa davanti a tutti. Ci sentiamo così umiliati che ci chiudiamo e non vogliamo più parlare con nessuno, neanche coi nostri compagni”.

“Quando voi adulti ci dite delle cose, noi spesso non capiamo … facciamo fatica a capire perché tante volte non conosciamo il significato delle parole. Voi avete in testa un vocabolario intero, noi al massimo quaranta, cinquanta parole! Ogni tanto la mamma mi sgrida e io la guardo, so che mi sta dicendo che ho sbagliato qualcosa ma non so né cosa e né perché. Mi dispiace averla fatta arrabbiare ma, se non ho capito, mi dispiace ancora di più perché la prossima volta sbaglierò ancora e lei diventerà triste perché penserà che io non le voglio bene”.

“Noi bambini vogliamo essere bravi e fare le cose per bene, per fare contenti i nostri genitori e gli adulti, è che non sappiamo cosa va bene e cosa non va bene. Non siamo stupidi, noi bambini, dobbiamo solo imparare!”.

Mi piace ascoltare i bambini.  Quando uno di loro mi guarda come solo loro sanno fare, gli faccio delle domande, da semplici a complesse… vedo che ci pensano, mi guardano con quelle faccette indagatrici e alla fine decidono che sono un adulto ok, che merita una risposta seria. A volte mi tocca aspettare un po’ prima che arrivi ma poi … i loro pensieri sono pazzescamente originali, così lontani dal pensare comune, così liberi dalle nostre convenzioni sociali!

Le loro testimonianze esprimono concetti ai quali io non avevo mai posto attenzione e che mi hanno fatto venire tanti dubbi su come noi mamme educhiamo i nostri figli. Abbiamo così fretta che imparino tutte le regole che noi ben conosciamo, che non gli diamo il tempo di arrivarci con la loro testa. Difficilmente gli spieghiamo il “perché”, ancora più difficilmente impieghiamo del tempo per raccontare “come” si fanno le cose giuste, piuttosto spesso ce la prendiamo con loro quando il danno è fatto, quindi troppo tardi.

Quanto è facile perdere la pazienza! Quante volte, stanche delle nostre giornate di venticinque ore, ci innervosiamo, li sgridiamo, li puniamo (magari per stupidaggini), senza immaginare che loro possano semplicemente non aver capito né il motivo né le parole. E’ come urlare in faccia ad uno straniero che non capisce la nostra lingua: crudele quanto inutile!

Credo che il nostro rapporto con i figli sia totalmente da ripensare. Sono cambiati i tempi e loro sono dei recettori potenti ma anche confusi dai tanti messaggi che li bombardano. Se noi saremo in grado di dargli gli strumenti giusti, ne faremo delle persone veramente in gamba, libere di pensare con la loro testa. Loro ce ne saranno immensamente grati e noi ci divertiremo molto di più. Però, care mamme, dobbiamo prima lavorarci un po’ su e stare bene noi per prime, altrimenti risulterà un’impresa ardua.

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