I nostri figli ci fanno paura?
Ai Ragazzi

Quale genitore non ricorda le sensazioni che provava tenendo in braccio il proprio figlio neonato, l’irresistibile profumo e quella pelle così morbida, tutta da baciare? E, più avanti, fuori dalla scuola, quando ci cercava con lo sguardo e ci correva incontro abbracciandoci? E i bigliettini pieni di cuori: “papà ti amo”, “mamma, sei la più bella del mondo”? Ieri così … e oggi?

Un giorno, improvvisamente, smettono di scrivere biglietti, non raccontano più nulla, non festeggiano un regalo ma lo chiedono, fanno fatica ad alzarsi dal letto e tutto quello che ti concedono è una critica, una battuta sarcastica o un mugugno.

I nostri figli da un giorno all’altro si trasformano in alieni insoddisfatti e arroganti e noi diventiamo i bancomat imbecilli. Benvenuta adolescenza!

Un momento terribile per noi genitori: “Cosa pensa, cosa fa quando esce, chi frequenta?” Non sappiamo più nulla di loro e questo ci riempie di paura. Ovviamente è ancora piccolo ma comincia a fare cose da grandi. A tredici anni c’è chi fuma, chi ha già fatto sesso, chi si procura dei tagli sulla pelle, chi si droga, chi ruba, chi cade in anoressia/bulimia, chi non si scolla dal cellulare … mentre per noi sono ancora solo bambini…

A sedici anni li abbiamo persi, a diciotto non studiano a venticinque sono disoccupati e via così … comunque il rapporto con loro vive di discussioni infinite.

Ci sentiamo sfruttati, usati e spesso ci rispondono male. Riconosciamo la loro fragilità, anche se la nascondono dietro la presunzione e l’arroganza, sappiamo che hanno paura del confronto, del futuro, che sono sfiduciati negli adulti e nelle istituzioni (come dargli torto), vorremmo aiutarli ma questo è impossibile poiché noi non siamo più il loro punto di riferimento.

Cerchiamo di metterci nei loro panni, di ricordare quel periodo, non solo come un periodo di libertà e autonomia, di giochi e dei primi amori ma per l’ansia, per le aspettative, per le frustrazioni e il desiderio di ribellione che la crescita ha rappresentato anche per noi.

Ma allora, c’è qualcosa che possiamo fare?

Respiriamo. Non entriamo in panico. E’ tutto normale.

Intanto lasciamo correre poiché più li inseguiamo più li allontaniamo da noi. Non diamogli consigli perché stanno provando cose nuove, sono vicini al grande passo, sono adulti nei panni di un bambino. Poniamo dei limiti, anche se questo non gli piacerà, impariamo a chiedere la loro collaborazione con fermezza (non autoritarismo) ma più che altro contiamo su quello che abbiamo seminato, diamogli fiducia.

Se però stanno facendo cose che ci preoccupano seriamente o ci chiedono aiuto, proponiamogli di parlare con un coach, con cui si possano confrontare senza sentirsi giudicati o strani, che gli possa prospettare diversi punti di vista e anche per valutare insieme l’impatto delle loro azioni di oggi sulla loro vita di domani.

Ciao Ragazzi,

Ciao ragazzi,
ciuffi di stelle aggrappate al nulla
nelle notti scure e affollate di fantasmi
Quanto male vi abbiamo fatto …

Vi prego, non vi spegnete
o saremo finiti!
Gli oceani non basteranno alle nostre lacrime …
Non è tutto così, vi giuro!

Lasciatevi raccogliere il cuore
e pettinare i lunghi pensieri arruffati …
Vi prenderò per mano
perché conosco un posto
dove il fuoco è di mille colori,
illumina e scalda
e gli amici si raccontano storie fantastiche.

Vi prego, non vi spegnete,
non è tutto così!
Le madri sorridono e abbracciano,
i padri hanno fiducia,
i maestri lasciano crescere in pace
e troverete amici con occhi grandi
e orecchie ancora più grandi
per ascoltare le vostre storie fantastiche.

Datemi la mano, esiste un posto
e vi ci porterò!
Lì, non dovrete dimostrare nulla
e potrete liberare
tutte le emozioni

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